L'8 marzo segna la Giornata internazionale della donna, spingendoci a considerare l'uguaglianza di genere a livello globale. Tuttavia, questo è un compito impegnativo poiché ogni paese deve affrontare circostanze uniche. Progressi da celebrare e battute d'arresto, comprese quelle che mettono in pericolo la vita, si possono trovare ovunque. Negli ultimi anni, la giornata è diventata un'opportunità per esaminare come definiamo la femminilità in modo inclusivo e i criteri che legano insieme miliardi di individui. Sebbene la risposta sia sfuggente, l'esperienza di essere soggetti a sistemi di potere sembra essere un filo conduttore. Ad esempio, l'anno scorso la Corte Suprema degli Stati Uniti ha revocato il diritto costituzionale degli americani all'aborto e attualmente le donne in Iran stanno coraggiosamente combattendo per i diritti umani fondamentali.
Le complessità della femminilità sono un argomento comune nel mondo dell'arte, poiché artisti e curatori hanno utilizzato la loro piattaforma per educare il pubblico sulla vasta gamma di esperienze. Questo mese della storia delle donne, diverse mostre articolano in modo eloquente questo argomento.
Alina Bliumis
Situazioni
A Situations a New York, Alina Bliumis presenta la sua prima mostra personale con la galleria, intitolata "Plant Parenthood". I pezzi ad acquerello di Bliumis raffigurano fiori usati nella medicina tradizionale di varie culture per indurre aborti, che ricordano le sorprendenti opere floreali di Georgia O'Keeffe. I petali rossi e rosa si dispiegano in gesti sensuali che ricordano organi riproduttivi, facendo una potente dichiarazione contro l'abrogazione di Roe V. Wade nel giugno 2021, che ha avuto conseguenze fatali per le persone in grado di partorire. Attraverso le sue dolci interpretazioni dei fiori, Bliumis rende omaggio alla legittimità di una procedura medica secolare.
Wangechi Mutu
Nuovo Museo
La rinomata pratica artistica di Wangechi Mutu è popolata da forme enigmatiche che fondono il femminile, l'animale e il fantastico. L'artista keniota approfondisce la complessa relazione tra genere, razza e storia personale e politica attraverso i suoi intricati collage, dipinti, video e sculture. "Intertwined", la sua mostra retrospettiva al New Museum di New York, riunisce decenni di opere d'arte. La mostra presenta Crocodylus (2020), una scultura femminile rettiliana di 13 piedi quadrati sul pavimento della galleria, oltre a figure umanoidi astratte realizzate con argilla proveniente dal suolo di Nairobi. Il display è straordinariamente introspettivo, parlando di influenze sia consce che inconsce che ci plasmano in forme spesso irriconoscibili.
Nancy Spero
Galleria Lelong & Co
“Woman as Protagonist” -- una mostra personale delle opere di Nancy Spero, è attualmente in mostra alla Galerie Lelong & Co. di New York. Spero ha affrontato le questioni interconnesse di sessismo, razzismo e classismo attraverso la sua arte, che comprendeva dipinti, sculture e installazioni. La sua opera ha trasmesso la sua incrollabile indignazione per il trattamento delle donne da parte della storia, fondendo cultura popolare, storia dell'arte e donne leader in un commento unificato sull'ineguaglianza.
La mostra presenta opere realizzate da Spero durante gli ultimi due decenni della sua vita, dalla metà degli anni '90 ai primi anni 2000. Nonostante i riferimenti alle atrocità storiche, Spero preferiva una tavolozza di colori chiari e una pennellata libera, fornendo una tregua confortante contro il nichilismo di fronte all'oppressione.
Rummana Hussein
Istituto di arte araba e islamica
Rummana Hussain (1952-1999), pioniera della scena concettuale e performativa indiana, sta ricevendo la sua prima presentazione negli Stati Uniti presso l'Istituto di arte araba e islamica di recente apertura nel West Village di Manhattan. Hussain era un'attivista politica che ha esplorato la convergenza della storia personale e politica nel suo corpo, che ha utilizzato in installazioni e assemblaggi complessi.
L'Istituto presenta la sua installazione del 1997, "The Tomb of Begum Hazrat Mahal", che rende omaggio alla figura storica di Begum Hazrat Mahal, che guidò una rivolta armata contro la Compagnia Britannica delle Indie Orientali nel 1857. La galleria funge da altare per Il tributo di Hussain, con rose morte, pesanti strumenti di ferro, dive legate in corda e pallide metà di papaia disposte come membra, mescolando mito e memoria senza confini netti.
Sanja Iveković
Kunsthalle Vienna
La Kunsthalle Wien di Vienna sta attualmente presentando “Works of Heart (1974–2022)”, una retrospettiva della pioniera artista multimediale croata Sanja Iveković, che è stata tra le prime nella storia artistica del paese a situare la sua pratica all'interno di quadri femministi. Attraverso le sue opere che abbracciano la fotografia, l'installazione, la performance e la scultura, Iveković offre un'indagine critica sulla costruzione e la strumentalizzazione della storia, esplorando in particolare l'intersezione tra mass media e ideologia. Ci spinge a interrogarci su come e dove si forma l'identità femminile: da immagini inaffidabili propagate da interessi sconosciuti, o da qualcosa di intrinseco e intangibile. Iveković ci esorta a perseguire quest'ultimo come il sito che vale la pena esplorare.